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Semplificando, possiamo dire esistano due metodi di gestione dell’allenamento: da una parte c’è la rigida programmazione numerica, di chiara matrice sovietica, fatta di cifre precise, a cui l’atleta deve strettamente attenersi; dall’altra c’è l’autoregolazione, un sistema meno imbrigliato, che lascia invece un certo spazio di manovra individuale. Riportiamo due esempi (per nulla esaustivi)

60%/5, 70%/4, 75%/3, 80%/2x2serie, 85%/2x3serie
In questo caso non si scappa: si è chiamati ad eseguire quello che c’è scritto, senza “se” e senza “ma”. Un allenamento basato sull’oggettività dei numeri.

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Questa invece è più una indicazione: “raggiungi una tripla circa-massimale”. Possiamo poi ragionare su cosa voglia dire quel “circa-massimale” (lo faremo in un altro articolo), però quello che è importante è che la decisione di quando fermarsi spetta all’atleta, quando avrà raggiunto quello che secondo lui è il carico corretto. L’allenamento, a differenza di prima, è basato sulla soggettività dell’atleta.

A questo punto la domanda sorge spontanea… Qual è la metodica migliore?
La risposta non può che essere “nessuna”. Non esiste un metodo che sia assolutamente migliore di un altro. Può esistere invece un metodo che sia migliore dell’altro in una specifica situazione.
Riformulando la domanda ci si potrebbe quindi chiedere: in che casi è più adeguato l’utilizzo di una metodica rispetto ad un’altra?
Ovviamente ogni allenatore avrà le sue idee, provo umilmente ad esporvi le mie. Userei un approccio rigido:
– su atleti che non hanno una grande padronanza di sé e del gesto;
– su atleti che tendono a tirare troppo o troppo poco;
– su atleti che non ho sott’occhio costantemente, dove posso tenere personalmente traccia di ciò che viene fatto.
Preferirei un approccio più libero, basato sull’autoregolazione:
– su atleti esperti, capaci di gestirsi ottimamente;
– su atleti che posso controllare spesso (dove l’autoregolazione è comunque “guidata”);
– su atleti che, per vari motivi (lavorativi, familiari ecc ecc), hanno una vita extra-palestra difficilmente inquadrabile che può influire sulla resa in pedana.

Esistono poi diverse metodiche di autoregolazione, basate su intensità, sul volume, sul tempo ecc ecc, che possono avere collocazioni diverse. Una metodica di autoregolazione in particolare stuzzica il mio interesse, ma ve ne parlerò la prossima volta.

Keep on lifting!

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